Dermatite atopica nel cane: il ruolo della barriera cutanea e del microbiota

La dermatite atopica è una patologia dermatologica piuttosto frequente nel cane, che influisce negativamente sulla qualità della vita e il benessere del soggetto colpito. Recenti studi hanno evidenziato come la barriera cutanea e il microbiota siano coinvolti nella patogenesi della dermatite atopica nel cane. Dunque, un approccio integrato che consideri sia la salute cutanea che quella intestinale è fondamentale per una gestione efficace di questa patologia.

La dermatite atopica nel cane

La dermatite atopica rappresenta una patologia importante in Medicina Veterinaria, per la sua frequenza, le difficoltà legate alla sua gestione terapeutica e la grave alterazione della qualità della vita dell’animale colpito.

Si tratta di una malattia cutanea allergica infiammatoria e pruriginosa, nella cui patogenesi sono coinvolti molti elementi:

  • fattori genetici
  • disfunzione della barriera cutanea (cioè la superficie esterna della pelle che funge da barriera protettiva)
  • alterazioni del microbiota (cioè la popolazione di microrganismi che colonizza un determinato ambiente dell’organismo)
  • disfunzione del sistema immunitario
  • sensibilizzazione allergica.

Alla luce proprio di questa patogenesi multifattoriale, il Comitato internazionale sulle malattie allergiche degli animali (ICADA) ha recentemente ridefinito la dermatite atopica nel cane come “una malattia infiammatoria cutanea ereditaria, tipicamente pruriginosa, che coinvolge l’interazione tra anomalie della barriera cutanea, sensibilizzazione allergica e disbiosi microbica”.

Di seguito, ci soffermeremo in particolare sul ruolo della barriera cutanea e del microbiota nella patogenesi della dermatite atopica.

La barriera cutanea

Sia nell’uomo che negli animali, la cute rappresenta la prima linea di difesa dell’organismo nei confronti degli agenti nocivi esterni, siano essi fisici, chimici o biologici. Per questo motivo si parla di “barriera cutanea”.

La barriera cutanea è composta dai corneociti (cheratinociti cheratinizzati), ovvero le cellule strutturali dell’epidermide, che sono incorporati e cementati da uno strato lipidico ben organizzato che funziona come un “sigillo”.

Requisito imprescindibile affinché la barriera cutanea possa espletare efficacemente la sua funzione protettiva è l’integrità. Lo strato lipidico intercellulare, costituito principalmente dalle ceramidi, ha un ruolo fondamentale nell’integrità della barriera.

Alterazione dell’integrità della barriera cutanea in corso di dermatite atopica

Molti studi, effettuati sia nell’uomo che nel cane, hanno dimostrato come nella cute lesionata di pazienti atopici vi sia una riduzione significativa della quantità di ceramidi e un’alterazione nella loro organizzazione spaziale rispetto a quanto accade nei pazienti sani.

Non solo, nei soggetti atopici sono state evidenziate anche delle alterazioni a carico di proteine strutturali essenziali per la formazione dell’involucro corneo, come la claudina-1 e l’occludina.

Tutte queste alterazioni a carico della barriera cutanea predispongono a:

  • alterazione del normale turn over cellulare e della desquamazione
  • maggiore perdita di acqua
  • maggiore passaggio di allergeni e/o patogeni.

Da qui si evince come nei cani atopici con difetti della barriera cutanea, il reintegro dei lipidi di superficie, attraverso l’uso di prodotti emollienti e idratanti, può essere utile per controllare i sintomi clinici.
Gli emollienti sono veicoli che ammorbidiscono, lubrificano e leniscono la cute.
Gli idratanti sono veicoli contenenti molecole igroscopiche (cioè in grado di assorbire acqua) che aiutano a ridurre la perdita idrica dalla cute.


In commercio esistono molti prodotti ad uso veterinario, in diverse formulazioni pronte all’uso (spot-on, mousse, collari ecc.), contenenti sostanze emollienti e/o idratanti, che possono essere applicati sulla pelle dell’animale con l’obiettivo di ripristinare l’integrità della barriera cutanea.

Una soluzione naturale ed economica è rappresentata dall’olio di cocco vergine, applicato topicamente due volte al giorno per almeno 4 settimane. Questa procedura è stata ripresa dalla letteratura umana; in Veterinaria è applicabile solo nei cani a pelo raso, in quanto il mantello rende difficile riuscire ad applicare il prodotto direttamente sulla cute.

Disbiosi cutanea

La cute dei mammiferi è ricoperta da microrganismi (batteri, funghi e parassiti) che sono definiti nel loro insieme con il termine di microbiota cutaneo. Questi microrganismi, oltre ad interagire con il sistema immunitario, svolgono un ruolo significativo nel mantenimento dell’integrità della barriera cutanea.

Infatti, oggi è risaputo che un microbiota cutaneo sano è fondamentale per il mantenimento della normale funzione protettiva della cute, per l’attivazione di un’efficace risposta immunitaria dei confronti degli agenti patogeni e per la prevenzione della colonizzazione da parte dei microrganismi patogeni.

L’alterazione della barriera cutanea e la disidratazione dovuta alla maggiore perdita di acqua contribuiscono a determinare una situazione di disbiosi cutanea, che consiste principalmente in una minore biodiversità microbica, cioè una diminuita varietà dei batteri residenti sulla cute.

Questa perdita di diversità nel microbiota cutaneo, insieme disfunzione della barriera, può favorire una maggior adesione dei batteri patogeni (ad es. Staphylococcus pseudointermedius) ai corneociti, promuovendo l’instaurarsi di infezioni batteriche cutanee (piodermiti). Queste, a loro volta, determinano la comparsa di un processo infiammatorio. Il risultato è l’instaurarsi di un circolo vizioso con recidiva delle lesioni cutanee, aumento della disidratazione e ulteriore disbiosi.

Disbiosi intestinale

Oltre alla disbiosi cutanea, nei cani con dermatite atopica è stata evidenziata anche una disbiosi intestinale, a dimostrazione del fatto che microbiota cutaneo e microbiota intestinale non sono due entità separate, bensì sono collegate tra di loro attraverso il cosiddetto asse cute-intestino.

Dunque, vi è una stretta correlazione tra l’alterata composizione del microbiota intestinale e le malattie allergiche cutanee come la dermatite atopica. Infatti la disbiosi intestinale può aumentare la permeabilità e l’ingresso di allergeni nell’organismo causando un peggioramento della malattia allergica.

Recenti studi hanno dimostrato come i cani atopici presentino tutti disbiosi intestinale, indipendentemente dalla loro alimentazione, dalla gravità della malattia dermatologica e dalle terapie mediche effettuate.

Dunque, da qui si comprende facilmente come sia sempre utile nei pazienti atopici la supplementazione a lungo termine con probiotici e prebiotici al fine di ripristinare la normale e fisiologica composizione del microbiota intestinale.

Leggi anche il nostro articolo “4 integratori utili nella dermatite atopica canina”.


In conclusione...


In conclusione, la gestione della dermatite atopica nel cane richiede un approccio integrato che consideri sia la salute cutanea che quella intestinale.
La disfunzione della barriera cutanea e le alterazioni del microbiota sono elementi chiave nella patogenesi della dermatite atopica nel cane. Il ripristino dell’integrità cutanea e la correzione della disbiosi intestinale sono fondamentali per la gestione a lungo termine della malattia e per migliorare la qualità della vita dei cani colpiti.

BIBLIOGRAFIA

  • Cornegliani L et al. “Valutazione del microbiota intestinale in cani sani e cani affetti da dermatite atopica cronica”, in Veterinaria, 2021
  • “Dermatite atopica canina: un’entità patologica in costante revisione”, in Supplemento de La Settimana Veterinaria, 2024
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