Le cardiopatie sono tra le più frequenti patologie riscontrate nei nostri animali domestici, soprattutto quelli anziani. Secondo alcune stime, il 30% dei cani con più di 13 anni è affetto da malattia degenerativa della valvola mitrale (MVDM) e il 15% dei gatti è colpito da cardiomiopatia ipertrofica.
Queste malattie cardiache possono causare alterazioni secondarie a carico di altri organi, come il fegato. Ecco perchè, se il tuo cane o gatto è cardiopatico, è opportuno effettuare periodici esami del sangue per controllare i valori del fegato, oltre che monitorare il quadro con ecocardiografie e radiografie toraciche.
Sindrome cardio-epatica
In Medicina Umana il termine sindrome cardio-epatica è ben noto e raggruppa diverse entità patologiche a carico del fegato (alterazione della funzionalità epatica, epatite ischemica, fibrosi epatica o addirittura cirrosi) che possono insorgere come conseguenza di una malattia cardiaca.
In Medicina Veterinaria se ne sta cominciando a parlare solo adesso.
Ecco perchè nel monitoraggio della patologie cardiache è importante prendere in considerazione i parametri biochimici del fegato, alcuni dei quali possono anche dare indicazioni circa la prognosi.
Quali sono i parametri biochimici di funzionalità epatica?
I principali parametri biochimici di funzionalità epatica da considerare nel cane e nel gatto sono:
ALP (fosfatasi alcalina) e GGT (gamma-glutamil transferasi), che riflettono la funzione dell’escrezione biliare e tendono ad aumentare in caso di colestasi (riduzione o arresto del flusso biliare)
ALT (alanina aminotransferasi) e AST (aspartato aminotransferasi), il cui aumento è indice di danno epatico
bilirubinemia totale, il cui aumento può essere dovuto a emolisi, colestasi o ridotta capacità di captazione della bilirubina da parte degli epatociti (le cellule del fegato)
l’albuminemia, la cui diminuzione, in assenza di altre cause, può essere dovuta ad un malfunzionamento del fegato.
Perchè dovresti controllare i valori del fegato se il tuo cane è cardiopatico?
Come abbiamo anticipato prima, monitorare i valori epatici in un cane cardiopatico è molto importante, soprattutto a fine prognostico.
È stato dimostrato che la maggior parte dei cani cardiopatici con malattia degenerativa della valvola mitrale hanno un valore di ALP più elevato rispetto a quelli sani, e che questa alterazione tende ad essere già presente anche prima che la cardiopatia possa richiedere un intervento terapeutico.
Uno studio ha rivelato che più della metà dei cani con valvulopatia mitralica, ecograficamente classificati in stadio ACVIM B2 (pazienti asintomatici con iniziali segni di sovraccarico cardiaco e rimodellamento), presenta un aumento dell’ALT, correlabile alla presenza di un danno epatico funzionale conseguente alla cardiopatia. Oltre a ciò, è spesso presente una riduzione delle proteine totali e dell’albumina.

A volte i valori sono compresi nell’intervallo di riferimento. In questi casi, occorre valutare la cinetica di questi parametri individualmente, cioè come si muovono nel tempo. Se si evidenzia un trend in aumento, anche se i valori rientrano nei parametri di riferimento del laboratorio, ciò potrebbe essere indice di un peggioramento della situazione cardiaca, quindi meglio approfondire.
E nel gatto?
Anche nei gatti cardiopatici si raccomanda di monitorare i parametri epatici, anche se la letteratura scientifica veterinaria attuale non ci consente di conoscere l’impatto prognostico di queste variazioni biochimiche.
Tuttavia si sa che più di due terzi dei gatti con cardiomiopatia ipertrofica (HCM) presenta un discreto aumento di AST e ALT. Inoltre, in caso di versamento pleurico di origine cardiogena, nella maggior parte dei casi si evidenzia un aumento di ALP e ALT, cosa che non si verifica, in genere, per altre cause di versamento pleurico.

In conclusione...
In conclusione, monitorare regolarmente i valori epatici nei casi di cane o gatto cardiopatico è fondamentale per una gestione completa della loro salute. La sindrome cardio-epatica, già nota in Medicina Umana, sta acquisendo sempre più rilevanza anche in Medicina Veterinaria, mostrando come le malattie cardiache possano influenzare anche il fegato. Un controllo periodico di parametri come ALT, AST, ALP e albumina nei cani e gatti cardiopatici può fornire indicazioni preziose sulla prognosi e aiutare a prevenire complicazioni. Effettuare questi monitoraggi permette di intervenire tempestivamente per garantire una migliore qualità di vita al tuo cane o gatto cardiopatico.